UFFICIO NAZIONALE PER LA COOPERAZIONE MISSIONARIA TRA LE CHIESE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

MESSAGGIO FINALE Filippine

Chiesa filippina e Chiesa italiana in dialogo: incontro dei missionari italiani
28 Ottobre 2008

CHIESA ITALIANA 
CHIESA FILIPPINA
IN DIALOGO 
 
“ANNUNZIERO’ IL TUO NOME AI MIEI FRATELLI”
 

Riuniti a Tagaytay City (Manila) dall’8 all’11 settembre 2002, provenienti da tutte le regioni d’Italia e membri di diversi Istituti e Congregazioni con specifici carismi di servizio per la Chiesa universale, noi missionari italiani operanti nelle Filippine sentiamo il bisogno di rivolgerci con affetto filiale alla Chiesa italiana e alla Chiesa filippina per narrare le meraviglie che lo Spirito Santo compie in questo Paese dove – nonostante i nostri limiti – con impegno e passione portiamo avanti l’opera di evangelizzazione e promozione umana avviata da secoli da generazioni di missionari.
L’Incontro – promosso, sostenuto ed accompagnato dall’Ufficio Nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese della Conferenza Episcopale Italiana – è stato preparato insieme a rappresentanti della Conferenza Episcopale Filippina e ai responsabili della Conferenza degli Istituti Religiosi maschili e femminili delle Filippine. Il generoso impegno di una équipe di servizio formatasi tra noi ha favorito la partecipazione di 120 missionari sui 200 presenti nel Paese e, proponendo uno specifico questionario, ha portato a conoscere le ragioni della nostra presenza e le dimensioni attuali del nostro servizio.
 
1. L’incontro
Il clima di familiarità ed amicizia istauratosi durante l’Incontro ha favorito un proficuo  lavoro di analisi e confronto su diverse tematiche. L’ascolto reciproco e’ stato ulteriormente arricchito da validi contributi formativi e spirituali.
La preghiera personale e quella comunitaria unitamente alla celebrazione dell’Eucaristia hanno scandito i nostri passi e consolato il nostro cuore.
Particolarmente intensa e suggestiva è stata la liturgia che ha fatto memoria dei missionari che hanno versato il loro sangue per il Vangelo di Cristo nelle Filippine. Il loro martirio invita le due Chiese ad una nuova e più profonda lettura nei loro rapporti, già solidi e fecondi grazie alle diverse Congregazioni italiane presenti nelle Filippine e ai numerosi immigrati filippini inseriti nel tessuto sociale ed ecclesiale italiano anche col qualificato apporto di sacerdoti e religiose.
La partecipazione del Segretario Generale della Conferenza Episcopale Filippina, del Nunzio Apostolico e dell’Ambasciatore d’Italia ai lavori dell’Incontro, ha evidenziato come la Santa Sede e le Istituzioni Civili d’Italia, seguano con particolare interesse il nostro lavoro.
 
2. L’evangelizzazione nella Chiesa filippina
Nella riflessione a tutto campo svoltasi in questi giorni, siamo stati aiutati da Mons. Louis Antonio Tagle, vescovo di Imus- Cavite, da Fr. Armin Lustro, Presidente della Conferenza degli Istituti religiosi maschili e femminili, e da Mons. Hernando M. Coronel, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Filippina. Grazie a loro, abbiamo potuto constatare quanto la lettura dei segni dei tempi sia di estrema necessità nella vita della Chiesa, nelle Filippine come in Italia.
Questa chiave di lettura ha richiamato anzitutto le priorità pastorali della Chiesa che ci ha accolto: approfondimento integrale della fede; coinvolgimento di tutti cristiani nella vita della comunità; formazione dei laici per la trasformazione della società; rafforzamento della famiglia; attenzione ai giovani valorizzandone le risorse; rinnovamento della formazione del clero; interesse per i problemi dell’ecologia; dialogo inter-religioso; missione ad gentes, con particolare attenzione all’Asia.
La stessa lettura dei segni dei tempi ha però messo in luce alcune sfide oggi particolarmente decisive nel contesto nel quale operiamo. Tra le altre abbiamo messo in evidenza quella della globalizzazione – che qui appare come fenomeno sempre più mondiale controllalo da poteri forti, causa di ulteriore marginalità dei più poveri e della loro crescente mancanza di fiducia nelle istituzioni, e purtroppo anche nella Chiesa – e quella relativa alla cultura della pace – che nelle Filippine deve impegnare anche la Chiesa a liberarsi dallo stile delle classi dominanti per restare accanto ai poveri –.
E’ stato sottolineato come la presenza dei missionari italiani può aiutare la Chiesa filippina in questo cammino di evangelizzazione impegnandosi  a renderla più ricca di speranza, perché sappia offrila a tutti e in modo particolare agli ultimi e agli emarginati, imparando a camminare insieme a loro coi “tempi pazienti” di Dio.
 
3. I rapporti con la Chiesa italiana
Con grande attenzione siamo poi stati informati del cammino missionario delle nostre Chiese di origine e di tutta la Chiesa italiana per “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”.
Crediamo che l’esperienza di fede e di comunità della Chiesa filippina, attraverso opportune iniziative di comunione e di cooperazione missionaria, possa contribuire alla conversione pastorale particolarmente attesa in Italia. Il nostro aiuto tanto più sarà possibile quanto più come missionari sapremo vivere un più profondo e continuativo impegno di formazione, una più coerente condivisione della vita dei poveri, delle loro attese e delle loro speranze, e una pratica missionaria che valorizzi lo scambio di doni tra le Chiese.
E’ così che intendiamo rinsaldare i legami con la Chiesa che ci ha generato e cresciuto nella fede, al cui interno sono nati i carismi religiosi dei nostri Istituti e si è sviluppata la nostra vocazione. Sentirci inviati ed accompagnati dalle nostre Chiese, dopo le reciproche incomprensioni del passato, fa ora assaporare il “gusto” pieno dell’essere missionari. In uno spirito di maggior comunione e condivisione sarà più facile capire quanto l’esperienza dello stare insieme esige quella dell’essere inviati. Impegno che ci riproponiamo di approfondire ulteriormente in futuro.
 
4. Un rinnovato impegno
Per rendere più significativo il nostro servizio nella comunità che ci ha accolto e volendo testimoniare nella carità fraterna quanto essa pure sia chiamata a vivere l’universalità della missione, ci siamo interrogati sul lavoro pastorale fino ad oggi da noi svolto rilevando, insieme alle inevitabili ombre, anche innumerabili luci, orientandoci per una nuova progettualità nei diversi settori del nostro servizio.
Nuova evangelizzazione
Ci sentiamo impegnati a maturare sempre più, personalmente e comunitariamente, lo stile di una vita gioiosa e sobria, incarnata nella Chiesa dei poveri. Desideriamo inoltre accogliere le urgenze missionarie che ci chiamano al dialogo ecumenico e interreligioso e alla formazione integrale della fede, imparando ad utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione sociale e a favorire che i laici – in particolare i giovani – diventino protagonisti della missione della Chiesa.
Impegno sociale
Amiamo continuare a servire i poveri fedeli al nostro specifico carisma e camminando con loro, riconoscendone la dignità e stimolando al nostro interno un cambiamento di mentalità e di strutture affinché abbiano a sentirsi a casa loro nella Chiesa.
Assistenza sanitaria
Il valore dato alla persona umana deve emergere come elemento qualificante del nostro servizio. Fuori da ogni logica di supplenza vogliamo cooperare con le strutture pubbliche richiamandone le responsabilità, sensibilizzando e facendo riferimento ai valori della persona umana e della gratuità.
Scuola ed educazione
Crediamo nella validità ecclesiale della scuola cattolica, con al centro la formazione integrale della persona, coinvolgendo le famiglie nei processi formativi e diventando fermento di vita evangelica.
Migrazioni
Desideriamo dare più attenzione ai bisogni pastorali delle famiglie e figli dei migranti nelle Filippine e incoraggiamo le Congregazioni religiose con membri filippini in Italia a dedicarsi alla cura pastorale dei propri connazionali.
Pastorale parrocchiale
Vogliamo continuare a proporre l’esperienza del carisma religioso come dono per la Chiesa locale che ci accoglie, contribuendo a costruire al suo interno comunità fraterne, dove tutti si rendono attivi, aperti e solidali coi poveri. Desideriamo arricchire la Chiesa che ci ha inviato proponendo alle comunità ecclesiali italiane il confronto con la nostra esperienza attuale.
Formazione vocazionale
Ci impegniamo a riqualificare la promozione vocazionale evitandole le ombre del “reclutamento” e favorire l’apertura di nuove comunità soprattutto nelle province. Consapevoli che “formare” altri comporta sempre “ri-formare” se stessi, desideriamo accompagnare i candidati nelle varie tappe formative con atteggiamento di grande fiducia, testimoniando scelte che favoriscano loro un cammino autentico con se stessi, il più decisivo incontro con la persona di Cristo e a servizio della Chiesa.
 
5. Conclusione
Ringraziamo Dio per averci condotto sulla via della missione a svolgere il nostro servizio in mezzo al popolo filippino e la sua giovano Chiesa, testimoni quotidiani del patrimonio spirituale e culturale che il Vangelo ha prodotto e produce in questa terra.
L’idea di una missione occidentale, eurocentrica, è definitivamente alle spalle. Anche qui, come altrove, cattolicità significa oggi comunione e cooperazione fra le Chiese.
Nel nostro incontro abbiamo cercato di capire ciò che oggi “lo Spirito dice alle Chiese” (Apc 2,7), guardando alla Chiesa in Italia e alla Chiesa nelle filippine con fiducia, in spirito di servizio, con coraggio e creatività, cercando di fare nostro il passo e la mentalità della gente con cui viviamo, accettando che l’evangelizzazione penetri fino alle radici più profonde della loro cultura, là dove pensa Dio e vive di lui.
Ringraziamo la Conferenza Episcopale Italiana per averci offerto questa opportunità. E’ nostro desiderio continuare a riflettere e pregare insieme. L’esperienza che abbiamo vissuto a Tagaytay ci ha infatti incoraggiato per un nuovo cammino, che si impara solo facendolo, e facendolo insieme.