UFFICIO NAZIONALE PER LA COOPERAZIONE MISSIONARIA TRA LE CHIESE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

MESSAGGIO FINALE Libano

Chiese del Libano e Chiesa italiana in dialogo: incontro dei missionari italiani
29 Ottobre 2008

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese 
 
ASSEMBLEA DEI PATRIARCHI E DEI VESCOVI CATTOLICI DEL LIBANO
Gruppo di Animazione Missionaria
 
 
INSIEME PER ANNUNCIARE GESU’ CRISTO, SORGENTE DI VITA PER L’UMANITA’
Settimana di ascolto e confronto
 
 
 
 
 

Al termine di una settimana di condivisione e di comunione, dal 27 maggio al 3 giugno 2002, la delegazione dell’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e la Commissione episcopale per la cooperazione missionaria tra le Chiese dell’Assemblea dei Patriarchi e dei Vescovi cattolici del Libano (APECL), nello Spirito Santo rendono grazie al Padre del Nostro Signore Gesù Cristo per questo avvenimento ecclesiale.

Le ragioni dell’incontro
1. Per la prima volta in Libano, 14 persone impegnate nell’animazione missionaria a livello nazionale, regionale e diocesano in Italia, sono stati accolti dai membri del Gruppo di Animazione Missionaria (GAM).
Un evento che si è potuto realizzare grazie alle relazioni personali che hanno facilitato nel recente passato la partecipazione del GAM prima al Congresso Missionario Mondiale, celebratosi a Castel Gandolfo e a Roma nell’ottobre dell’anno 2000 in occasione del Grande Giubileo, e successivamente al primo Simposio missionario delle Chiese del Mediterraneo tenutosi a Malta, nel giugno 2001.
2. Questo incontro, di alto profilo seppur limitato, deve essere situato in un contesto storico più ampio.
Da una parte si moltiplicano e si intensificano nel mondo, insieme a sfide comuni, anche esperienze di comunicazione e di scambio: un processo che, con una parola sola, abbiamo imparato a chiamare globalizzazione.
D’altra parte, la messa in opera nella Chiesa dell’ecclesiologia del Vaticano II dà valore alla comunione fra le Chiese, alla loro comune responsabilità per l’evangelizzazione dei popoli e alla partecipazione attiva di tutti i fedeli in tutti gli ambiti della vita della Chiesa.
Così, in questo incontro tra responsabili italiani e libanesi per l’impegno missionario delle rispettive Chiese, non possiamo non riconoscere un avvenimento ecclesiale ispirato dallo Spirito Santo. Un avvenimento preparato dalla Provvidenza, al quale è ora necessario dare un seguito, inserendolo in un processo che faccia risplendere e fruttificare lo Spirito della Pentecoste, attraverso la disponibilità, la fedeltà e il nostro amore a Gesù Cristo, Sorgente di vita per l’umanità.

Imparare a conoscersi
3. Il primo frutto di questo incontro è stata una migliore conoscenza reciproca.
A Bkerké prima, poi ad Harissa, Charfé e Bzommar, la delegazione italiana ha potuto conoscere tanto il Patriarca maronita Mar Nasrallah Boutros Sfeir e altri responsabili della Chiesa maronita e armena cattolica quanto le strutture di organizzazione e funzionamento delle Chiese cattoliche in Libano e i luoghi significativi della loro fede e pietà cristiana.
Presso la sede del Segretariato del GAM, a Qornet Chahwan, sono stati i libanesi a conoscere meglio i loro invitati, la Chiesa italiana e la sua organizzazione, le molteplici attività per l’evangelizzazione dentro e fuori l’Italia.
Questa mutua conoscenza è andata approfondendosi nel corso di alcune visite a luoghi significativi della storia cristiana libanese: la Qadisha (Dimane, Beqakafra, i cedri di Bécharré, Sant’Antonio Qozhaya), Jbeil-Byblos, Annata, Beit Mery e Beirut.

La cooperazione tra le Chiese d’Italia e del Libano
4. La seconda realtà vissuta insieme è stata la riflessione sul significato della missione oggi e le sue urgenze, le motivazioni dell’animazione missionaria, il suo inserimento nella pastorale ordinaria e la condivisione di esperienze dell’animazione fatta in libano e in Italia.
Questa condivisione è avvenuta soprattutto durante una tavola rotonda alla quale erano stati invitati a partecipare i principali responsabili delle Chiese, i Superiori Maggiori degli Ordini e delle congregazioni religiose operanti in Libano e tutti gli amici della missione.
5. La riflessione comune ha potuto far emergere differenti punti di vista tanto a livello del vissuto di fede che delle preoccupazioni della gerarchia e del clero, sia in ordine alla disponibilità per la missione universale della Chiesa di Cristo che dell’organizzazione dell’animazione missionaria.
• La Chiesa d’Italia possiede una lunga esperienza di missione ad gentes e di cooperazione tra le Chiese, una organizzazione collaudata e un gran numero di missionari in tutti i continenti (circa 15.000).
Oggi però si trova anche ad affrontare problemi nuovi, tra i quali – solo per citare i più urgenti - la secolarizzazione, la diminuzione delle vocazioni sacerdotali e missionarie, la coesistenza islamo-cristiana.
• Le Chiese del Libano possiedono una ricca tradizione spirituale, un buon numero di vocazioni e una secolare esperienza di coesistenza tra islam e cristianesimo e alcuni centri universitari di formazione cristiana con una significativa importanza regionale. In più, dopo le difficoltà della guerra degli anni 1975-1990, hanno trovato nuovo slancio grazie al Sinodo speciale dei vescovi per il Libano e l’Esortazione Apostolica “Una nuova speranza per il Libano”, promulgata dal Santo Padre Giovanni Paolo II durante la visita in Libano del maggio 1997.
Ma devono oggi affrontare insieme problemi urgenti di pastorale ordinaria per realizzare l’unità nella diversità, far rispettare il diritto delle minoranze e spingere indietro la tendenza all’esodo che provano i loro fedeli. Oltre la pastorale per gli emigrati libanesi dispersi su tutti i continenti, le Chiese del Libano sono anche sollecitate dalle richieste di collaborazione avanzate dalle Chiese del mondo arabo-musulmano, tanto del Vicino e Medio Oriente quanto dell’Africa del Nord e del Sudan, alle quali però si trovano attualmente poco preparate a rispondere.
6. Di fronte a questa ricca e complessa realtà, gli interlocutori italiani e libanesi hanno assunto l’impegno di aiutarsi reciprocamente, attraverso continui scambi, a vivere meglio l’incontro con l’unica Sorgente, a farla meglio conoscere nelle rispettive realtà sociali ed ecclesiali e in mezzo ai popoli al servizio dei quali lo Spirito invia membri delle proprie Chiese a portare la propria testimonianza e il proprio servizio apostolico.
Le modalità di questi scambi devono ancora essere precisate, ma le due delegazioni hanno ribadito il loro comune impegno a realizzarli con ferma convinzione.

I missionari italiani in Libano
7. Per la delegazione della Chiesa italiana, un frutto importante di questo evento ecclesiale è stato l’incontro coi missionari italiani: preti, religiosi, religiose e laici che lavorano in Libano.
Tutti loro si dedicano con gioia al lavoro nelle parrocchie, nell’animazione spirituale, nelle istituzioni pedagogiche, negli ospedali, nelle opere caritative e nella cooperazione tecnica. In questi ultimi anni i missionari italiani hanno preso sempre più coscienza che non sono in Libano unicamente a titolo individuale, né per loro Congregazioni o movimenti, ma in quanto membri di una Chiesa nella quale sono stati battezzati e dove hanno le loro radici, una Chiesa che li sostiene nel loro apostolato ad ogni livello, tanto materiale quanto spirituale.
Questa Chiesa oggi chiede loro di essere più coscienti dei legami in atto tra le Chiese del Libano e dell’Italia e di arricchire la loro Chiesa di origine attraverso l’esperienza di realtà umane e cristiane di questa regione dell’Oriente.
8. Sia l’Ufficio nazionale italiano per la cooperazione missionaria tre le Chiese che il Gruppo libanese di Animazione Missionaria, contano molto sui missionari italiani operanti in Libano. Se è stata questa la prima volta che si ritrovavano tutti insieme è pur vero che hanno avvertito questa visita come un’attenzione materna della loro Chiesa, ricevendone gioia e conforto.
È auspicabile che un simile incontro possa in futuro riguardare anche tutti gli altri missionari non libanesi operanti in Libano.

I giovani
9. La delegazione italiana ha poi voluto dedicare diversi momenti all’incontro di numerosi gruppi giovanili e dei movimenti apostolici affiliati al Consiglio dell’Apostolato dei Laici dell’APECL.
La giornata di domenica 2 giugno è stata interamente consacrata all’incontro dei giovani, riconoscendo in essi l’avvenire della società e della Chiesa, in Libano come ovunque. Ad Harissa, 80 giovani libanesi hanno dibattuto in diversi gruppi di studio con i 5 giovani della delegazione italiana, scambiando rispettivi punti di vista sulla missione e le loro concrete esperienze apostoliche. Questa giornata, caratterizzata da vera fraternità e tanta gioia, si è conclusa presso il patriarcato maronita, per un incontro con il patriarca e la celebrazione dell’Eucaristia.

La preghiera comune
10. Ogni giorno è stato segnato dalla celebrazione festosa dell’Eucaristia alla quale hanno sempre preso parte membri di numerose Chiese del Libano e d’Italia, oltre ai membri delle due delegazioni.
La gioia dell’incontro con la Sorgente eucaristica della vita e della missione dell’unica Chiesa di Cristo, non deve però rimanere solo un ricordo dei buoni momenti passati insieme ma va mantenuta e sviluppata nel corso dei prossimi mesi e dei prossimi anni, al centro dei periodici incontro di scambio che saranno programmati.

Gratitudine a Dio e ai fratelli
11. Tutti i membri della delegazione italiana e della commissione libanese che hanno partecipato a questo evento ecclesiale rendono grazie a Dio e invitano le loro Chiese a fare altrettanto, impegnandosi a ricercare altri ambiti dove stabilire dei legami vivi e fruttuosi.
Insieme ringraziano tutte le persone che hanno permesso il buon svolgimento dei diversi incontri e di tutta la settimana, con una menzione particolare per le Suore di Nostra Signora degli Apostoli.
Dio sia lodato! Che insieme si possa proseguire ad annunciare con coraggio (parrhesia) Gesù Cristo, Sorgente di vita per l’umanità.