UFFICIO NAZIONALE PER LA COOPERAZIONE MISSIONARIA TRA LE CHIESE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

MESSAGGIO FINALE Perù

Chiese del Perù e Chiesa italiana in dialogo: incontro dei missionari italiani
29 Ottobre 2008

Conferenza Episcopale Italiana
  
Conferenza Episcopale del Perù
 
 
 
“Chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì dodici, che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e avessero il potere di scacciare i demoni” (Mc 3,13-15).
E’ questa parola del vangelo che ha rafforzato in noi la gioia e l’entusiasmo del servizio missionario nei tre giorni di spiritualità e fraternità passati al Centro neocatecumenal di Santa Rosa (Lima), dal 14 al 17 febbraio 2005. Provenienti da 31 differenti Organismi, Istituti e Movimenti ecclesiali, ci siamo ritrovati in 92 tra Fidei Donum, religiosi, religiose e laici italiani. Convocati dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalla Conferenza Episcopale del Perù, lo stare insieme ha fatto crescere la gratitudine per essere stati inviati come esperienza del rimanere con Gesù, vivendo la missione a modo suo e facendo della comunità ecclesiale il punto di partenza e di arrivo del nostro servizio.
L’ascolto della Chiesa che ci ha accolto ha fatto emergere come essa viva oggi la sua esperienza di evangelizzazione in mezzo ad un popolo ancora oggi profondamente religioso, ma che in una situazione di povertà che ha raggiunto quota 54%, conosce più di un motivo di profonda instabilità a livello politico, sociale, culturale e religioso. Troppi uomini e donne di questo paese appaiono sospinti alla ricerca di un bene immediato, quasi frantumati tra i valori del proprio passato e un mondo che quegli stessi valori mortifica. Una situazione che può essere affrontata con strumenti nuovi. Per questo la Chiesa è alla ricerca di linee pastorali che in tempo di crisi siano capaci di irradiare bellezza, speranza e entusiasmo. Se da un punto di vista più personale si vuole rigenerare soggetti maturi e responsabili, in campo sociale l’azione assistenzialistica deve ormai lasciare spazio a più autentiche esperienze di promozione umana. Lo stesso sorgere e diffondersi di numerose nuove aggregazioni religiose sollecita la comunità cristiana a riscoprire ciò che è fondamentale per accogliere e vivere il Vangelo. Contemplando il volto di Cristo, e di Cristo crocifisso, la stessa religiosità popolare, ancora diffusamente presente, può essere aiutata a diventare uno strumento di maturazione all’impegno della vita cristiana.
L’ascolto della Chiesa italiana ci ha aggiornato sulla situazione religiosa e culturale che impegna le comunità che ci hanno inviato a trovare forme sempre nuove di comunicazione del Vangelo. Consideriamo decisivo lo sforzo di assumere una impronta fortemente missionaria, espressa non tanto da ulteriori attività quanto dalla ricerca di un nuovo stile di essere e fare Chiesa in Italia. Chiamata a mantenere viva la sua ricca tradizione di invio missionario, la nostra Italia vede crescere al proprio interno nuovi areopaghi di evangelizzazione che non sono estranei neppure a noi: la presenza di “genti nuove”, il confronto con altre professioni religiose, la formazione all’impegno politico, la sfida delle comunicazioni. Sono motivi che stimolano a non considerare la comunità che ci ha inviato solo come retroterra di un impegno missionario vissuto altrove, ma parte del servizio all’unica missione.
I doni che possono essere condivisi tra le nostre Chiese appaiono del resto molteplici e preziosi.
La nostra esperienza ci fa riconoscere “doni” della Chiesa peruviana a quella italiana: il senso della comunità, la vivacità liturgica, il coinvolgimento dei laici, lo stare tra la gente e la condivisione della situazione dei poveri come esperienza di Dio, l’impegno politico, la dimensione affettiva della religiosità, la pastorale familiare.
Nel servizio alla Chiesa peruviana la Chiesa italiana può portare a sua volta più di un prezioso aiuto: itinerari formativi e catechistici; strategie di orientamento e programmazione pastorale; esperienze di pastorale d’insieme ed integrata; proposte di spiritualità, volontariato e associazionismo; senso di gratuità.
Nuove strade di comunione e cooperazione tra le Chiese possono aprirsi anche grazie sia al lavoro pastorale nelle comunità ecclesiali in Italia di non pochi immigrati peruviani che alle visite brevi di sacerdoti, seminaristi e laici italiani nelle missioni in Perù.
Nel continente americano vive oggi il 49% dei cattolici di tutto il mondo. La Chiesa in Perù, al pari di tutte le altre, è chiamata ad aprirsi alla missione ad gentes. Per questo è importante che i missionari italiani continuino a non far mancare il proprio contributo a vantaggio della sua universalità e per la cooperazione tra le Chiese. Da parte nostra ci sentiamo chiamati a realizzare una presenza missionaria evangelizzatrice più incarnata, più umile e più costruita “insieme” alla comunità che ci ha accolti.
 
I missionari partecipanti all’incontro