UFFICIO NAZIONALE PER LA COOPERAZIONE MISSIONARIA TRA LE CHIESE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il primo Fidei Donum Beato

C’è un sacerdote fidei donum bergamasco in Perù, don Alessandro Dordi, tra i quattro “martiri” per i quali Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a pubblicarne i decreti, ucciso in odio alla fede il 9 e il 25 agosto 1991 a Pariacoto e nei pressi di Santa (Perú)”. Si tratta di uno dei primi quattro beati della Chiesa latinoamericana nel corso del pontificato del primo Vescovo di Roma originario di quelle stesse terre e il primo Fidei Donum italiano ad essere beatificato.
6 Febbraio 2015

C’è un sacerdote fidei donum bergamasco in Perù, don Alessandro Dordi, tra i quattro “martiri” per i quali Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a pubblicarne i decreti,  ucciso  in odio alla fede il 9 e il 25 agosto 1991 a Pariacoto e nei pressi di Santa (Perú)”. Si tratta di uno dei  primi quattro beati della Chiesa latinoamericana nel corso del pontificato del primo Vescovo di Roma originario di quelle stesse terre e il primo Fidei Donum italiano che viene beatificato.

La situazione politica è pure molto tesa; in questi tempi si è fatto presente in modo allarmante l’atteggiamento dei cari gruppi terroristici: ogni giorno sono morti…assalti, atti vandalici; c’è paura…Anche se la gente s’è abituata (peccato) alle forme di violenza rimane molto perplessa circa il futuro. Speriamo sempre contro speranza. (da una lettera del 11 novembre 1990 di don Sandro Dordi a don Romeo Todeschini).

Sono le parole di Padre Alessandro Dordi, uno dei martiri missionari della Chiesa di Bergamo, ha scritto pochi mesi prima di essere ucciso, mentre ritornava in macchina alla sua parrocchia di Santa in Perù.

Nato il 22 gennaio 1931 a Gromo in valle Seriana (provincia di Bergamo), secondogenito di nove figli, frequentò il seminario minore a Clusone e, prima dell’ordinazione, entrò a far parte della Comunità Missionaria del Paradiso fondata nel 1949 nella diocesi di Bergamo da don Fortunato Benzoni allo scopo di inviare sacerdoti nelle diocesi povere di clero in Italia ed Europa.

Fu ordinato sacerdote il 12 giugno 1954 da mons. Giuseppe Piazzi e fu inviato come delegato vescovile a Taglio di Donada, in Veneto presso Chioggia, dove rimase fino al 1958 quando fu nominato parroco di Mea di Contarina sempre in diocesi di Chioggia.

Lì rimase fino al 1965, anno nel quale fu mandato a Le Locle in Svizzera come cappellano per gli emigranti. Operò in Svizzera fino al 1979. Successivamente, per il desiderio di operare come missionario là dove l’annuncio era più urgente, dedicò un certo tempo alla conoscenza della realtà di alcuni paesi dell’America Latina. Alla fine scelse il Perù, il paese che gl sembrava più bisognoso d’aiuto. Dopo avere frequentato un corso di preparazione presso il CEIAL di Verona, nell’ottobre del 1980 partì per la parrocchia di Santa in Perù, diocesi di Chimbote.

Fu ucciso dai terroristi di Sendero Luminoso il 25 agosto 1991.

Sul suo stile pastorale ecco una breve e significativa testimonianza di mons. Sergio Gualberti, ora Vescovo Ausiliare di Santa Cruz in Bolivia.

“Nello stile di vita era molto vicino alla gente. Per esempio nel vestire: era già molto sobrio però lì indossava le abarcas o ojotas, sandali fatti con i copertoni delle macchine e cinghie di gomma; andava in giro con quelle, anche se dall’Italia gli avevano mandato un paio di sandali che ha regalato a me perché voleva usare le stesse calzature della gente comune. Lo stesso si può dire per il mangiare. Quando siamo arrivati a Paracoto (Perù) nel 1979 siamo andati a pranzo in casa di contadini dove ci hanno offerto un porcellino d’India che sembrava un topo, ma non siamo riusciti ad affrontarlo…poi è diventato il suo piatto preferito! Non ha voluto comprare la pompa per l’acqua e in casa non aveva né doccia né acqua corrente ma una spina all’altezza del ginocchio ed il secchio. Viveva tutto questo con naturalezza, senza farlo pesare.”