Momento di bilancio nella giornata conclusiva del Forum Missionario Nazionale di Sacrofano con la lettura delle conclusioni dei laboratori: il primo “Essere battezzati” e il secondo “Per una Chiesa di inviati”. Sono emersi i tratti di una Chiesa samaritana che cammina con rispetto della ricchezza delle diversità, che sa rischiare la profezia. Una Chiesa all inclusive, interconnessa, intesa come ponte, pronta all’incontro con l’altro, e a fare tesoro dell’esperienza dei rientrati dalla missione.
Don Giuseppe Pizzoli, direttore di Missio ha preso la parola per mettere in evidenza alcuni punti fondamentali. <<In questi giorni non si è parlato di missio ad intra, extra, intra o ad gentes ma abbiamo parlato di missione, indipendentemente dalla collocazione geografica. E ‘ossigeno per la vita della Chiesa. Anche se c’è la diminuzione delle vocazioni e il clero invecchia, se una Chiesa è tutta missionaria si crea il terreno per una nuova stagione di invii missionari, un processo che non accade a breve ma che è già in gestazione in questo tempo>>.
Monsignor Francesco Beschi, presidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese, e presidente di Missio, ha ripreso il tema trattato dall’Assemblea della Cei nel magio scorso “Modalità e strumenti per una nuova presenza missionaria” a cui Missio è stata chiamata a contribuire con un documento. Ribadendo il risveglio di passione missionaria che la Chiesa italiana sta vivendo, monsignor Beschi ha spiegato che <<Vivere e riconoscersi in stato di missione, non è una ovvietà, significa che non ci si rassegna alle difficoltà e alle tentazioni di conservazione. C’è necessità di progettualità, tutta la pastorale deve essere pervasa dalla missione. Sempre tenendo presente la dimensione comunitaria della missione che non è mai un fatto individuale: nessuno nella missione è solo. La missione dona vita a chi la compie>>.
Prima di salutarsi e tornare a casa, la Santa Messa presieduta da monsignor Stefano Russo, segretario generale Cei che durante l’omelia ha sottolineato che <<Siamo qui perché innamorati di Dio, ognuno col suo ruolo nella Chiesa per capire come rinnovare la missione. Sappiamo chi ci chiama alla conversione, chi ci guida e ci manda. Oggi il rinnovo del mandato missionario ci aiuta a trovare nel battesimo le radici del nostro andare. Sempre ricordando che papa Francesco dice che la Chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione>>.