UFFICIO NAZIONALE PER LA COOPERAZIONE MISSIONARIA TRA LE CHIESE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

In vigore le nuove Convenzioni

Nuove convenzioni per missionari e preti stranieri approvate dal Consiglio Episcopale Permanente della CEI lo scorso 16 aprile
23 Febbraio 2021

Grazie alla nuova modulistica entrata in vigore dal 1 settembre 2020, si rinnova lo spirito della cooperazione missionaria con particolare attenzione ai presbiteri stranieri che verranno a svolgere un servizio pastorale nelle nostre diocesi. Questi dovranno essere particolarmente accompagnati nel loro inserimento, specialmente garantendo loro il conseguimento di un attestato di lingua italiana, così da ottemperare ad una «importante esigenza pastorale». Questo per consentire ad un prete straniero, non solo di celebrare i sacramenti, soprattutto Messa e confessioni, nella lingua del nostro Paese, ma anche di poter costruire buone relazioni con le nostre comunità cristiane per un efficace lavoro pastorale. La loro permanenza in Italia comunque potrà continuare per un periodo massimo di nove anni. La decisone è maturata in seguito all’esigenza di «non impoverire le Chiese diocesane di incardinazione di questi presbiteri», vale a dire quelle dei Paesi d’origine. Tutto questo è previsto nel testo della nuova Convenzione per il servizio pastorale che va ben oltre la burocrazia. «L’intento è anzitutto quello di facilitare la cooperazione e lo scambio fra Chiese sorelle – spiega don Giuseppe Pizzoli, direttore dell’Ufficio nazionale di Cooperazione missionaria tra le Chiese – ; facendo in modo che i sacerdoti inviati siano un ponte tra le due sponde». Ossia la Chiesa dei territori di missione e la nostra.

Ma perché è così importante la cooperazione tra le Chiese? E come fare per avvicinarle sempre di più? La cooperazione è un diritto-dovere di tutti i battezzati, radicato nell’identità ecclesiale stessa, e si concretizza in forme diverse e a livelli differenti di responsabilità. L’obiettivo è comunque l’aiuto reciproco tra Chiese, in un continuo donare e ricevere beni spirituali e materiali, come si evince dai documenti, esperienze e servizi, ma soprattutto persone con diversi ministeri e carismi.

 

Diverse tipologie di Convenzione

In alcuni Paesi, la diminuzione delle vocazioni diventa sempre più preoccupante, in altri vi sono aperture di comunità locali alla dimensione universale della Chiesa e della sua missione, che trova particolare forma nella cooperazione tra le Chiese.

Le nuove Convenzioni in questione riguardano varie categorie di destinatari: anzitutto, come accennato, i presbiteri fidei donum, che vanno ad operare in territori di missione; poi i missionari laici e i presbiteri stranieri che vengono in Italia per motivi pastorali ed assistenza pastorale agli immigrati. Infine anche i sacerdoti stranieri che vengono in Italia per motivi di studio, nonché i preti italiani che, restando incardinati nelle proprie diocesi di appartenenza, prestano servizio in altre diocesi italiane. La Conferenza Episcopale Italiana ha predisposto per essi differenti tipologie di Convenzione, nell’intento di regolamentare il fenomeno.

La Convenzione per il servizio in missione dei fedeli laici ha come destinatari i laici con cittadinanza italiana che partecipano all’evangelizzazione ad gentes, mettendo a frutto le proprie professionalità per la promozione umana, consapevoli della responsabilità che deriva dall’essere battezzati. Ogni laico è inviato su mandato del vescovo della propria diocesi, poiché si è membri di una Chiesa che invia a servizio di altri fratelli e sorelle. La promozione umana va sempre realizzata con la comunità del luogo, dopo un periodo iniziale di conoscenza e amicizia, e occorre operare sempre con i mezzi della diocesi che accoglie, partendo il più possibile da ciò che ha a disposizione, integrandosi in maniera discreta.

La tipologia di Convenzione per il servizio pastorale in missione dei sacerdoti diocesani fidei donum ha come destinatari i preti inviati dalla diocesi d’origine a un’altra diocesi per l’esercizio di un servizio pastorale per un determinato periodo di tempo. La durata della Convenzione per sacerdoti fidei donum e laici è di tre anni, rinnovabile fino a un tempo massimo di nove anni.

Vista la complessità dell’impegno, è necessario prevedere un periodo di preparazione che deve essere garantito da chi si assume la responsabilità dell’invio sia del presbitero fidei donum che del laico; preparazioni non adeguate rischiano di avere seguiti negativi sia per gli interessati sia per la comunità dove si va a operare.

 

Sempre più centrali i corsi al Cum

In questo senso, sempre più centrale sarà il ruolo del Centro Unitario per la Formazione Missionaria (Fondazione Missio - Sezione Cum), ossia l’organismo indicato dalla Conferenza Episcopale Italiana che si occupa della formazione dei partenti e di chi rientra in Italia.

Svolge infatti un ruolo importante nella fase della preparazione, non con l’intento di sostituirsi nel compito formativo delle Chiese particolari, ma perché essendo investito di un ruolo istituzionale, offre una visione più precisa e globale delle problematiche in una prospettiva d’integrazione ecclesiale e di adesione al magistero.

La Convenzione per servizio pastorale in Italia dei presbiteri diocesani provenienti da diocesi estere prevede due tipologie di servizio: un servizio di cooperazione tra Chiese e uno di assistenza pastorale alle comunità di persone immigrate.

La durata massima è di nove anni, al termine dei quali l’esperienza non è ripetibile nella Chiesa italiana. Requisito per svolgere un servizio a tempo pieno a favore della diocesi che accoglie è la conoscenza della lingua italiana, e si richiede l’iscrizione al corso per il conseguimento dei livelli A1 e A2, oltre che il corso obbligatorio di pastorale o presso il Cum o presso la Fondazione Migrantes.

L’accompagnamento del presbitero costituisce anche un aspetto determinante della buona riuscita dell’esperienza e nella Chiesa che accoglie si fa espresso riferimento al Centro missionario diocesano, perché sia sua cura accompagnare pastoralmente il presbitero, essendo la convenzione espressione dello scambio di cooperazione tra Chiese.

 

Non impoverire le Chiese d’origine

Accoglienza e accompagnamento sono in tal modo condizioni oggettive in cui si concretizza la cooperazione tra le Chiese. E' consentito un solo cambio di diocesi, e la durata degli anni trascorsi in ogni diocesi si cumula per un totale massimo sempre di nove anni.

Per la Convenzione per presbiteri stranieri studenti possono essere accolti in Italia solo presbiteri che provengono da territori di missione, ovvero le circoscrizioni ecclesiastiche che dipendono dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli o territori in stato di necessità, cioè quelli inseriti nella lista dei Paesi destinatari di aiuti definita dalle Organizzazioni internazionali competenti.

La durata dell’esperienza è di tre anni, rinnovabile fino ad un tempo massimo di nove anni; terminato il corso di studio, secondo quanto concordato tra i vescovi all’inizio del rapporto di Convenzione, il presbitero deve rientrare nella propria diocesi che lo ha inviato per mettere a servizio il titolo di studio conseguito.

In ultimo è stata predisposta una nuova Convenzione per il servizio di cooperazione tra diocesi italiane dei presbiteri diocesani che ha come destinatari sacerdoti incardinati in Italia che si rendono disponibili a prestare un servizio di cooperazione tra Chiese in altre diocesi italiane, restando incardinati nella propria diocesi di origine. Nell’accettare il trasferimento, sia che l’iniziativa provenga dal sacerdote, sia dal vescovo diocesano, il sacerdote esprimerà l’universalità del proprio ministero sacerdotale, ovvero quella comunione e collaborazione responsabile e necessaria al ministero del vescovo, nella sollecitudine per la Chiesa universale e per le singole Chiese.

Una molteplicità di situazioni, da valutare in ogni diocesi italiana che accoglie e invia, senza superficialità, ma trovando adeguate risposte e valide prospettive, volte a una sempre maggior valorizzazione di questa entusiasmante esperienza di cooperazione missionaria tra Chiese.

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